
Tecniche di realizzazione di un boschetto di olmi su pietra realizzata da Gianluigi Enny presso il Bonsai Club di Melegnano (MI)
Vorrei presentarvi una lavorazione di questa essenza, effettuata presso il Bonsai club di Melegnano in uno dei nostri incontri serali. Premesso che vivendo in pianura Padana ho sempre cercato delle essenze autoctone da lavorare e l’olmo è per me una pianta da bonsai eccezionale, dalle caratteristiche uniche e dalle capacità reattive sorprendenti, si trova con facilità sulle rive dei fossi e pertanto non costa niente, anzi vi posso assicurare che qualche contadino mi ha ringraziato per avergli liberata la riva. Nella nostra pianura le essenze da trattare a bonsai si possono contare sulle dita di una mano, cominciando per primo con l’olmo si può continuare con la roverella, che purtroppo nonostante la defogliazione tende a mantenere le foglie piuttosto grandi. Seguono poi il frassino, l’ontano e il biancospino e forse qualche altra essenza.
Quindi, visto la poca scelta, concedetemi cari signori la debolezza mia nei confronti dell’olmo. Peccato però che questa povera ma grande pianta venga snobbata dai cosi detti “esperti bonsaisti”, pur possedendo doti straordinarie e di prestigio nell'arte del bonsai.
Ulmus minor | Famiglia: Ulmacee |
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Foglie: | Decidue, semplici, inserzione alterna , lamina ovale, base asimmetrica, apice appuntito |
Fiori | Ermafroditi, sessili, riuniti a gruppi, fioritura a fine inverno prima della fogliazione |
Frutti/Semi | Samare riunite in gruppi, maturano a luglio-agosto |
Portamento/Altezza | In condizioni ideali può raggiungere i 20 mt. di altezza |

Il progetto

La beola






Ha caratteristiche simili al keto.






(foto di Riccardo Esposti)